Cenni di storia

Dal 973 alla metà del XIII secolo è possesso dei conti Aldobrandeschi di Sovana. Poi la Repubblica senese, allettata dalla posizione strategica di campagnatico rispetto alla via di transito verso la Maremma, si annette il castello ubicandovi, nel 1249, un ufficiale cittadino e un distaccamento a guardia della torre.L'eliminazione fisica organizzata dai senesi del famigerato conte Omberto Aldobrandeschi è ricordata da Dante nel canto XI del Purgatorio (vv. 58-67), dove si cita anche il paese di Campagnatico.
"Io fui latino e nato d'un gran Tosco: / Guiglielmo Aldobrandesco fu mio padre; / non so se 'l nome suo già mai fu vosco. /L'antico sangue e l'opere leggiadre / de' miei maggior mi fer sì arrogante, / che, non pensando a la comune madre, / ogn'uomo ebbi in despetto tanto avante, / ch'io ne mori', come i Sanesi sanno,/ e sallo in Campagnatico ogne fante. Io sono Omberto".
Nel corso del XIII secolo all'autorità dei senesi si contrappone il dominio dei Tolomei e dei Visconti di Campiglia, ma alla fine di quel secolo troviamo comunque il castello acquistato per intero dal Comune di Siena, che nel 1317 lo cede allo Spedale di Santa Maria della Scala a garanzia di un prestito poi riscattato.Danneggiato in seguito dalla compagnia di Ventura del Cappelletto, dopo un periodo di decadenza, Campagnatico rinasce nel periodo lorenese, in virtù degli interventi di risanamento sociale ed economico attuati dal Granduca Leopoldo II che vi opera una riforma agraria e vi impianta piccole industrie.